Robert Longo
Nato a Brooklyn nel 1953, Robert Longo è stato testimone dell’influenza dei mass media sulla società nel dopoguerra. Il suo fascino per la cultura popolare è sbocciato durante l’infanzia e, alla fine, è diventato un elemento centrale della sua arte.
La sua pratica è stata subito notata e, dopo aver ottenuto una borsa di studio nel 1972 per studiare all’Accademia di Belle Arti di Firenze, è tornato negli Stati Uniti e ha conseguito un BFA al Buffalo State University College nel 1975. Nello stesso decennio si trasferisce nuovamente a New York City, entrando a far parte della scena artistica underground e legandosi successivamente al gruppo artistico Picture Generation – che si appropriava di immagini tratte dai mass media per creare la propria arte.
Longo ha lavorato con diversi mezzi – tra cui performance, fotografia, scultura e pittura – ma è noto soprattutto per i suoi disegni a carboncino iperrealistici su larga scala che riflettono sulla costruzione di simboli di potere e autorità. Ispirandosi alla nozione di inconscio collettivo di Carl Jung, esplora gli effetti della vita in una cultura satura di immagini.
Nonostante sia diventato adulto mentre la Pop Art dominava la scena artistica, Robert Longo ha sviluppato una pratica completamente diversa: i suoi disegni fotorealistici in bianco e nero, fortemente contrastati, vanno contro la retorica della Pop Art della glorificazione dei beni di consumo, in quanto sembrano piuttosto condannare l’effetto di sopraffazione della società capitalista sui suoi soggetti. La sua tecnica prevede l’uso del carboncino e della grafite come materiali malleabili, che lavora su carta spessa e porosa per creare disegni di grande impatto visivo. La ricchezza del nero è data anche dall’uso dell’inchiostro e dallo stupefacente contrasto con i bianchi nitidi che spesso incide con una gomma.
Nato a Brooklyn nel 1953, Robert Longo è stato testimone dell’influenza dei mass media sulla società nel dopoguerra. Il suo fascino per la cultura popolare è sbocciato durante l’infanzia e, alla fine, è diventato un elemento centrale della sua arte.
La sua pratica è stata subito notata e, dopo aver ottenuto una borsa di studio nel 1972 per studiare all’Accademia di Belle Arti di Firenze, è tornato negli Stati Uniti e ha conseguito un BFA al Buffalo State University College nel 1975. Nello stesso decennio si trasferisce nuovamente a New York City, entrando a far parte della scena artistica underground e legandosi successivamente al gruppo artistico Picture Generation – che si appropriava di immagini tratte dai mass media per creare la propria arte.
Longo ha lavorato con diversi mezzi – tra cui performance, fotografia, scultura e pittura – ma è noto soprattutto per i suoi disegni a carboncino iperrealistici su larga scala che riflettono sulla costruzione di simboli di potere e autorità. Ispirandosi alla nozione di inconscio collettivo di Carl Jung, esplora gli effetti della vita in una cultura satura di immagini.
Nonostante sia diventato adulto mentre la Pop Art dominava la scena artistica, Robert Longo ha sviluppato una pratica completamente diversa: i suoi disegni fotorealistici in bianco e nero, fortemente contrastati, vanno contro la retorica della Pop Art della glorificazione dei beni di consumo, in quanto sembrano piuttosto condannare l’effetto di sopraffazione della società capitalista sui suoi soggetti. La sua tecnica prevede l’uso del carboncino e della grafite come materiali malleabili, che lavora su carta spessa e porosa per creare disegni di grande impatto visivo. La ricchezza del nero è data anche dall’uso dell’inchiostro e dallo stupefacente contrasto con i bianchi nitidi che spesso incide con una gomma.