Luigi Ghirri

Nato il 5 gennaio 1943 a Scandiano, Luigi Ghirri studia geometria a Modena e si laurea nel 1962. Lavorerà come geometra fino al 1974. Dal 1968 viaggia in Italia e all’estero (Parigi, Lucerna, Berna, Amsterdam, Bretagna). Nel 1974 apre uno studio di arti grafiche, prima di fondare, nel 1977, la casa editrice Punto e virgola, che pubblicherà Kodachrome (1970 – 1978).

Ispirato in parte dall’arte concettuale del suo tempo, Luigi Ghirri ha usato la sua macchina fotografica per esaminare la relazione tra il mondo fisico e il mondo delle immagini. Il suo soggetto era il paesaggio che lo circondava, ma le sue fotografie sono molto più che documenti visivi dell’Italia degli anni Settanta e Ottanta. Con il suo occhio straordinario per la composizione, Ghirri ha cercato arrangiamenti casuali nel mondo costruito dall’uomo, inquadrandoli nel mirino della sua macchina fotografica come fotomontaggi trovati. Lavorava a colori perché, come diceva lui, “il mondo reale è a colori”, e realizzava stampe meticolose di dimensioni modeste, producendone raramente più di una o due per ogni immagine.
Nel 1978 ha pubblicato Kodachrome, un libro di sue fotografie che tocca molti dei soggetti che hanno definito la sua carriera, tra cui finestre, cartelloni pubblicitari, murales e altri luoghi in cui il mondo dei segni si fonde con il mondo fisico.
Sebbene abbia esposto molto in Italia durante la sua vita, è solo dopo la sua prematura scomparsa (14 febbraio 1992) che il suo lavoro ha iniziato a essere più apprezzato. Nel 2010 Thomas Demand ha organizzato l’acclamata mostra “La Carte d’Après Nature” sulle fotografie di Ghirri e nel 2011 e nel 2013 il suo lavoro è stato presentato alla Biennale di Venezia. Negli ultimi anni il suo lavoro è stato oggetto di diverse mostre museali, tra cui quelle al Castello di Rivoli di Torino, al Museo MAXXI di Roma, all’Instituto Moreira Salles di San Paolo e Rio de Janeiro e alla Douglas Hyde Gallery di Dublino.

Nato il 5 gennaio 1943 a Scandiano, Luigi Ghirri studia geometria a Modena e si laurea nel 1962. Lavorerà come geometra fino al 1974. Dal 1968 viaggia in Italia e all’estero (Parigi, Lucerna, Berna, Amsterdam, Bretagna). Nel 1974 apre uno studio di arti grafiche, prima di fondare, nel 1977, la casa editrice Punto e virgola, che pubblicherà Kodachrome (1970 – 1978).

Ispirato in parte dall’arte concettuale del suo tempo, Luigi Ghirri ha usato la sua macchina fotografica per esaminare la relazione tra il mondo fisico e il mondo delle immagini. Il suo soggetto era il paesaggio che lo circondava, ma le sue fotografie sono molto più che documenti visivi dell’Italia degli anni Settanta e Ottanta. Con il suo occhio straordinario per la composizione, Ghirri ha cercato arrangiamenti casuali nel mondo costruito dall’uomo, inquadrandoli nel mirino della sua macchina fotografica come fotomontaggi trovati. Lavorava a colori perché, come diceva lui, “il mondo reale è a colori”, e realizzava stampe meticolose di dimensioni modeste, producendone raramente più di una o due per ogni immagine.
Nel 1978 ha pubblicato Kodachrome, un libro di sue fotografie che tocca molti dei soggetti che hanno definito la sua carriera, tra cui finestre, cartelloni pubblicitari, murales e altri luoghi in cui il mondo dei segni si fonde con il mondo fisico.
Sebbene abbia esposto molto in Italia durante la sua vita, è solo dopo la sua prematura scomparsa (14 febbraio 1992) che il suo lavoro ha iniziato a essere più apprezzato. Nel 2010 Thomas Demand ha organizzato l’acclamata mostra “La Carte d’Après Nature” sulle fotografie di Ghirri e nel 2011 e nel 2013 il suo lavoro è stato presentato alla Biennale di Venezia. Negli ultimi anni il suo lavoro è stato oggetto di diverse mostre museali, tra cui quelle al Castello di Rivoli di Torino, al Museo MAXXI di Roma, all’Instituto Moreira Salles di San Paolo e Rio de Janeiro e alla Douglas Hyde Gallery di Dublino.