Kiki Smith

Kiki Smith è nata nel 1954 a Norimberga, in Germania, figlia dello scultore Tony Smith. Nel 1974 si iscrive alla Hartford Art School nel Connecticut. Intorno al 1978 entra a far parte di Collaborative Projects, Inc. (Colab).È in questo periodo che realizza le sue prime opere, monotipi di oggetti quotidiani.

L’artista, che vive a New York, è una figura di spicco nel mondo dell’arte internazionale. La forma umana, in particolare il corpo femminile, diventa centrale nel suo lavoro a partire dagli anni Ottanta. Ha iniziato a concentrarsi sui temi della perdita e della morte attraverso la rappresentazione dei componenti interni del corpo, in particolare gli organi, le strutture cellulari e il sistema nervoso. L’evacuazione di questi componenti fisiologici dal corpo presentava le ansie legate al corpo materno e alla nozione di corpo come ricettacolo di componenti incorporee come la conoscenza, le credenze e la narrazione. Esponendo le sue strutture interne, Smith ritrae la dicotomia tra la sfera psicologica e quella fisiologica del corpo. Negli ultimi anni, il lavoro di Smith si è evoluto fino a incorporare animali, oggetti domestici e tropi narrativi della mitologia classica e dei racconti popolari.

La sua carriera, che abbraccia più di tre decenni, è caratterizzata da una grande sperimentazione di tecniche e materiali: impiega un’ampia gamma di materiali non tradizionali che vanno dai capelli e dal lattice alla cera d’api e all’oro in un corpo eterogeneo di media che comprende pittura, fotografia, creazione di libri, scultura, disegno e stampa.

Kiki Smith è nata nel 1954 a Norimberga, in Germania, figlia dello scultore Tony Smith. Nel 1974 si iscrive alla Hartford Art School nel Connecticut. Intorno al 1978 entra a far parte di Collaborative Projects, Inc. (Colab).È in questo periodo che realizza le sue prime opere, monotipi di oggetti quotidiani.

L’artista, che vive a New York, è una figura di spicco nel mondo dell’arte internazionale. La forma umana, in particolare il corpo femminile, diventa centrale nel suo lavoro a partire dagli anni Ottanta. Ha iniziato a concentrarsi sui temi della perdita e della morte attraverso la rappresentazione dei componenti interni del corpo, in particolare gli organi, le strutture cellulari e il sistema nervoso. L’evacuazione di questi componenti fisiologici dal corpo presentava le ansie legate al corpo materno e alla nozione di corpo come ricettacolo di componenti incorporee come la conoscenza, le credenze e la narrazione. Esponendo le sue strutture interne, Smith ritrae la dicotomia tra la sfera psicologica e quella fisiologica del corpo. Negli ultimi anni, il lavoro di Smith si è evoluto fino a incorporare animali, oggetti domestici e tropi narrativi della mitologia classica e dei racconti popolari.

La sua carriera, che abbraccia più di tre decenni, è caratterizzata da una grande sperimentazione di tecniche e materiali: impiega un’ampia gamma di materiali non tradizionali che vanno dai capelli e dal lattice alla cera d’api e all’oro in un corpo eterogeneo di media che comprende pittura, fotografia, creazione di libri, scultura, disegno e stampa.