Ivan Seal

Ivan Seal è nato nel 1973 a Stockport, vicino a Manchester. Vive e lavora a Berlino.
Dipingendo sempre a partire dalla mente, mai da un oggetto o da un’immagine, Ivan Seal mette al lavoro il triumvirato dell’immaginazione, dell’invenzione e della memoria, producendo dipinti allo stesso tempo piatti e tridimensionali, realistici eppure simili a nulla di mai visto prima.
Allestiti nello stile delle nature morte su piedistalli o su un fondo indefinito ma realistico, gli oggetti rappresentati appaiono spesso incompiuti, trasmettendo un senso di “in divenire”, mentre singole pennellate di colore fluttuano libere dalla rappresentazione. Queste forme emergono dai suoi ricordi o dalle sue storie, spesso portatrici di memorie d’infanzia. Tali ricordi si spostano continuamente in equilibrio o in tensione tra il mondo del padre, macellaio, e quello della madre, ballerina di danza classica.
È un’iconografia che l’artista ha sviluppato nel tempo, in cui la pittura scivola in modo sconcertante dallo strumento al soggetto, diventando incarnazione di una resa dei conti psicologica; un’espressione fisica della sporcizia della memoria attraverso la quale ognuno di noi modella il proprio mondo. La pittura è molte cose nel suo lavoro; ma è anche solo pittura, stesa su una tela, audace, muta e brillante quanto basta.

Ivan Seal è nato nel 1973 a Stockport, vicino a Manchester. Vive e lavora a Berlino.
Dipingendo sempre a partire dalla mente, mai da un oggetto o da un’immagine, Ivan Seal mette al lavoro il triumvirato dell’immaginazione, dell’invenzione e della memoria, producendo dipinti allo stesso tempo piatti e tridimensionali, realistici eppure simili a nulla di mai visto prima.
Allestiti nello stile delle nature morte su piedistalli o su un fondo indefinito ma realistico, gli oggetti rappresentati appaiono spesso incompiuti, trasmettendo un senso di “in divenire”, mentre singole pennellate di colore fluttuano libere dalla rappresentazione. Queste forme emergono dai suoi ricordi o dalle sue storie, spesso portatrici di memorie d’infanzia. Tali ricordi si spostano continuamente in equilibrio o in tensione tra il mondo del padre, macellaio, e quello della madre, ballerina di danza classica.
È un’iconografia che l’artista ha sviluppato nel tempo, in cui la pittura scivola in modo sconcertante dallo strumento al soggetto, diventando incarnazione di una resa dei conti psicologica; un’espressione fisica della sporcizia della memoria attraverso la quale ognuno di noi modella il proprio mondo. La pittura è molte cose nel suo lavoro; ma è anche solo pittura, stesa su una tela, audace, muta e brillante quanto basta.